Intraprendere la vita da freelance non è soltanto una scelta alla quale i giovani in cerca di lavoro sono più o meno obbligati. Si finiscono gli studi e ci si ritrova punto e a capo, con qualche bagaglio culturale in più. Trovare un posto di lavoro con possibilità di carriera e magari ben retribuito sembra essere un’impresa difficile ai tempi della crisi.

Diventa un vero e proprio sogno irrealizzabile quando si parla di contratto a tempo indeterminato. Per trovare una soluzione, però, c’è chi sceglie di cercare la fortuna altrove: con un biglietto di sola andata e quanto basta in valigia per partire all’avventura e trovare la svolta della vita. C’è anche, però, chi non se la sente di fare una cosa del genere e purtroppo non trovando nulla in nessuna azienda, inizia a disperarsi.

Questo è il quadro generale, il modo di vedere le cose o meglio, di considerare i freelance. Nella mente di molti e nel pregiudizio generale si assume sempre che il freelance sia il disperato di turno che, per guadagnare qualche soldo, si butta sull’ultima spiaggia.

Cambiamo per una volta ottica: proviamo a vederla da un’altra angolazione e non condividere i pregiudizi comuni. Per intraprendere la vita da freelance bisogna avere il coraggio di iniziare una cosa dal nulla, contando sulle proprie capacità e l’abilità di risolvere qualsiasi problema si presenti. Problemi che possono essere di origine diversa. Un traduttore passerà notti insonni e con la tazza del caffè -diventata un prolungamento del braccio- per poter consegnare il testo in tempo. Ma questo è un mal comune in questa realtà. Il freelance è per antonomasia un lottatore contro il tempo: abituato a essere sempre stretto con i tempi e avere richieste che nel gergo vengono definite per ieri.

Ma non bisogna guardare al freelance come a un povero disperato, magari anche associandolo a un lavoratore senza diritti! Non avrà neanche tutti i privilegi che avrebbe lavorando in un’azienda o istituzione. In qualsiasi caso non ci sono solo gli onori, fanno parte del pacchetto anche gli oneri. Ed è con quest’ottica che sarebbe meglio pensare ai freelance. Ovvero a persone che preferiscono gestirsi il proprio lavoro, i propri interessi.

Non tutti si sentono a proprio agio nella tradizionale vita da ufficio. Visto da un’altra angolazione, il freelance, indifferentemente dall’ambito -dal web design alla programmazione-, rivela un lato del tutto nuovo e innovativo. Bisogna innanzitutto possedere un alto livello di determinazione, vero. Trovare lavori da sé non è sempre facile. Chi sceglie di intraprendere questa via ne può facilmente immaginare i rischi ma mettendo sulla bilancia i pro e i contro, ognuno di noi sarà in grado di valutare la cosa migliore per se stessi. E voi ci avete pensato?

Chiara, del Team Italy di twago, piattaforma online di outsourcing per lavoro freelance (web design, copywriting, traduzione, applicazioni, seo, sem, graphic design).

1 comments on “Nell’occhio del freelance

  • Io sono un freelance che si occupa di progettazione siti web e SEO. Diciamo che la vita da freelance è molto rischiosa, non hai stipendio fisso, la parola malattia non so neanche che vuol dire…e all’inizo finche non trovi clienti e dura.
    Poi però quando inizi a ingranare ti puoi togliere delle soddisfazioni che quasi nessun lavoro da “dipendente” ti pùo dare..

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