Italia.it

Finalmente il portale ufficiale del turismo italiano è aperto.

Roberto Falavotti, amministratore delegato di “Sì Innovazione Italia” ha comunicato che l’Italia ha “investito” 45 milioni di Euro per vederlo completato:

  • 21 milioni per l’inserimento di contenuti da parte delle regioni;
  • 4 milioni per l’aggregazioni delle informazioni centralizzate;
  • 8 milioni ad IBM;
  • … e il resto per “completarlo”.

Per una persona come me (lavoro come sviluppatore web), questo è un vero insulto alla mia intelligenza: come può una nazione spendere 45.000.000 di Euro (dei nostri soldi) per un singolo sito? Inoltre, al momento è lentissimo (e non sembra rispettare le regole di accessibilità!)… quanti server si possono comprare con 1 milione di Euro?

… e questo sito (ITALIA.IT) è su server americani.

5 comments on “L’Italia ha speso 45.000.000 di Euro per un sito

  • concordo, un’insulto a chi lavora, un ladrocinio per il popolo, chi ha commissionato deve dare spiegazioni e poi anche se le desse come potrebbe dimostrare uno spreco di denaro pubblico simile????? avrà commissionato il sito ad un parente/amico ?????

  • lavoro anch’io nel mondo del web, e so benissimo che con mooooolto meno di 45 milioni di euro si può fare un sito di dimensioni e complessità ben maggiori.
    Sarebbe stato uno scandalo anche se fosse costato un milione.
    Solo una cosa mi rasserena… questo governo non l’ho votato io!!! 🙂

  • se tutti i webmaster italiani (e non) si unissero sarebbe poi facile denunciare questo abuso e questo enorme spreco. e sicuramente quel sito cesserebbe di esistere……………………………………………………….

    purtroppo questo paese si fa sempre riconoscere…..
    che “poveri”………………….

    Frenzy e Ale (programmatore web e fidanzato della frenzy)

  • In risposta a Daniele, non rasserenarti troppo 🙂 il ministro Stanca che ha stanziato le cifre era dell’altro governo, spero che tu non abbia votato neanche quello 🙂

    Ps. il concorso vinto dalla IBM per la quale Stanca e’ stato presidente e amministratore delegato…. sara’ un caso?

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